martedì 25 gennaio 2011

Come identificare il miglior mercato

Di solito chi si occupa di search marketing usa Analytics per determinare quale è il paese che fornisce il traffico più elevato e si rivolge per primo a quel mercato. Non è l'iunica soluzione. Ecco le altre.

Analytics è uno strumento eccezionale, niente da dire, ma non è l'unica soluzione per cercare di capire quel è la nazione più "sugosa" per il nostro business. Ci sono molti casi in cui rischiamo di perdere di vista o di non prendere in considerazione i migliori potenziali clienti per il nostro business.

Ecco i miei consigli per centrare le zone di interesse giuste:

1. Keyword Research Data
2. Concorrenza (dove si muovono i nostri competitor?)
3. Sfide tecnologiche
4. Come funziona l'ecommerce di quella zona

Basterà costruire un banale file .xls e assegnare a ogni paese un numero che indichi l'ordine di impoprtanza che riveste quel fattore per quella country ...et voilà.

lunedì 27 settembre 2010

Il linguaggio del search marketing

Avvicinarsi al mondo del web marketing è un po' come star seduti ai piedi di una montagna innevata mentre precipita una valanga. Una valanga composta da termini astrusi, acronimi, abbreviazioni, dati, algoritmi ecc. Ecco qualche piccolo consiglio per chi vuole bazzicarci dentro.


Impariamo il linguaggio

Il Search marketing è pieno di acronimi che non sono certo facilmente comprensibili. Per esempio: CPC, PPC ecc. ecc. Infatti, oltre ad essere in gran parte sigle, sono in inglese. Tuttavia è inevitabile che li si debba imparare a conoscere. Un'ottima risorsa per trovare tutto è il glossario dello IAB (Internet Advertising Bureau) che si trova QUI in italiano e QUI (in inglese). Un'altra ottima risorsa è l'onnipresente Google. Basta scrivere nella stringa di ricerca: "Define: XYZ" e trovare moltissime spiegazioni chiare.

... e poi dimentichiamolo

Purtroppo è facilissimo rimanere invischiati in questo tipo di terminologia, una volta che la si è acquisita poiché è un classico dimenticarci di chi abbiamo di fronte. Se parliamo con un nostro collega può anche essere ok esprimerci utilizzando una terminologia da "addetti ai lavori" ma se ci rivolgiamo a un potenziale cliente (che di solito è un PR o un commerciale) o a degli studenti è fondamentale utilizzare dei sinonimi in italiano o delle immagini o il termine stesso preceduto da una breve spiegazione.

Una buona comunicazione online comincia... offline :-)

venerdì 23 luglio 2010

Quali prodotti si comprano davvero online?

Finalmente siamo riusciti a portare il nostro potenziale cliente sulla landing page che volevamo. E adesso? Che cosa facciamo noi utenti una volta atterrati sulla pagina corripondente alla nostra ricerca? Quali prodotti compriamo? Che succede dopo il click?



Le keywords sono l'impalcatura della quotidianità di chi si occupa di web marketing. Si trascorrono giornate a determinare le parole, le frasi più adatte per quel cliente e i suoi prodotti/servizi.

Tuttavia, ci siamo mai soffermati a pensare quali sono in realtà i prodotti che vengono realmente acquistati dopo aver cliccato sul tal banner? C'è un proverbio che dice: "Puoi portare il cavallo all'abbeveratoio ma non puoi costringerlo a bere". È così anche online?

Pensiamo a come ci comportiamo noi sul web. Di solito iniziamo cercando un prodotto preciso ma non necessariamente poi acquistiamo esattamente quell'oggetto. Pertanto non è che possiamo impedire che ciò accada anche agli altri però possiamo almeno cercare di prevederlo e allineare le nostre stretegie di marketing di conseguenza.

I consumatori di solito iniziano con una ricerca generale per keyword e poi, grazie ad annunci che appaiono, a banner che incontrano, a promozioni particolari ecc. alla fine comprano qualcos'altro. Questo accade nel 20-40% delle vendite online. Una percentuale interessante che vale la pena di considerare.

Facciamo un esempio: se inserisco nella mia stringa di Google "HDTV" non è detto che alla fine io mi porti a casa una tv nuova.

Quali sono allora le strategie per venire incontro a questo naturale comportamento umano? Ecco le principali.

Cross-selling: Quali sono le keywords rispondenti agli oggetti simili a quelli della ricerca? Se cerco "HDTV", le keywords simili potranno essere "digitale terrestre", "cavo USB", "Dolby surround" ecc. ecc. Capito il sistema?

Comprendere il comportamento degli utenti: sforzarci quindi di raccogliere il maggior numero di dati possibili sulle ricerche correlate, cercare di immaginare tutti i possibili prodotti correlati a un determinato oggetto o concetti a una determinata keyword.

Si tratta di un processo win-win perché premia la campagna di marketing ma, ed è la cosa più importante, il bisogno dell'utente.

mercoledì 7 luglio 2010

Chi influenza il comportamento dei consumatori?

Gli studi, e anche le case history, sostengono che è vero: le reti sociali possono influenzare i nostri comportamenti. Ma quali sono i gruppi in grado di modicare davvero le nostre abitudini?



Chi si occupa di marketing deve non solo raccogliere ma soprattutto analizzare e comprendere l'impatto dei gruppi creati dalle reti sociali (social network) sulle scelte degli utenti. Gli esperti ci dicono che sono tre i gruppi di riferimento da tenere in considerazione per capire come definire le proprie azioni su web.

* Gruppo Primario: gruppo di riferimento con cui un individuo ha frequenti contatti e al quale i partecipanti si rivolgono come elemento discriminante in fase di scelta.


* Gruppo Secondario: gruppo di riferimento che ha contatti limitati ma al quale si fa comunque riferimento in fase di scelta. In sostanza, la differenza con il primo gruppo si basa solo sulla frequenza della frequentazione.

* Gruppo aspirazionale: gruppo di riferimento con il quale l'utente non ha contatti attivi ma che esercita nei confronti dell'iutente un certo fascino/attrattiva per cui spesso capita che faccia acquisti o azioni seguendo quello che tale gruppo raccomanda.

mercoledì 9 giugno 2010

Quanto conta la reputazione online?


La risposta è "tanto". Un video che finisce su YouTube, un messaggio postato su Facebook possono davvero fare disastri - o miracoli - per la reputation di un'azienda.


Nestlé, Toyota, Domino's Pizza sono solo alcuni dei grossi brand che hanno subito un danno forte di immagine, e quindi di fatturato, grazie o per colpa dei social network.
A conferma che il passaparola, word of mouth per gli anglofoni, è potentissimo. Anche e soprattutto nella rete.

Sono 30 milioni gli internauti in Italia e 18 milioni di questi sono iscritti attivi di un social network. Sono dati che vanno tenuti assolutamente in considerazione. Per questo è necessario che un'azienda abbia sempre le orecchie (virtuali, si intende) ben tese ad ascoltare gli umori e i rumori che si diffondono sulla rete a velocità ben superiore a quella di bit e byte della connessione.

La sempre autorevole Nielsen annuncia che la "reputazione digitale ha sempre più riverberi su quella reale". Pensate che il 30% dei consumatori dichiara che prima di acquistare un prodotto, fa una ricerca si internet.

E noi, stiamo monitorando quello che sulla rete si dice di noi? E interveniamo? Come?

venerdì 14 maggio 2010

SEM e SEO per le piccole aziende

Ho letto un interessante post di Rob Chant, esperto di web marketing. È una riflessione sulla possibilità per le piccole realtà di ottenere successo grazie a campagne Google. Eccone un sunto. Davvero SEO e SEM sono un'opportunità di guadagno per tutti? La risposta è SI.

Una delle invenzioni più straordinarie del web, Google, ha consentito - con il diffondersi del web marketing - l'accesso a valide forme di pubblicità anche a realtà che tradizionalmente non potevano permettersi di accedere ai grandi media. Infatti, grazie a Google appunto, non sono più necessari budget miliardari per raggiungere audience nazionali e internazionali. Giusto?

Nonostante siano ancora diffuse opinioni un po' naif (della serie: "Ho già speso 100 euro con voi, come mai non sono ancora al primo posto per "telecacamere digitali"?) chiunque si sia sforzato almeno un minimo di approfondire la vicenda sa che la strada per migliorare la propria posizione è lunga e a volte anche ardua. Le keyword più appetibili spesso sono anche quelle più desiderate e quindi le più costose (in caso di search advertising) e i primi posti sono dominati da pochi agguerritissimi protagonisti.

La domanda sorge quindi spontanea: "Ma allora il campo di battaglia è davvero uguale per tutti? Abbiamo davvero tutti le stesse possibilità? Le piccole imprese possono davvero competere?" Assolutamente sì.


Si tratta di affidarsi a qualcuno che conosce molto bene le regole del gioco e che sa muoversi con intelligenza e lungimiranza. Perché infatti non si tratta di raccogliere le briciole lasciate sul tavolo dai player più grandi ma si tratta di approfittare del concetto di "coda lunga" sulle keywords e di saper bene indirizzare il proprio traffico.

La via più sicura è sempre affidarsi a una brava agenzia che abbia esperienza e sia specializzata in questo campo proprio con piccole imprese e piccole realtà.

lunedì 3 maggio 2010

L'influenza dei social media

Abbiamo tutti sperimentato sulla nostra pelle come le reti sociali possano riuscire a modificare le nostre abitudini. In effetti, sono in crescita continua i consumatori che si rivolgono a internet prima di prendere una decisione. In molti campi.


Questo significa che i gruppi in grado di influenzare i processi decisionali hanno un impatto molto significativo sulle decisioni dell'utente finale senza magari nemmeno conoscerlo.
Per fare un esempio pratico, pensate alle recensioni del lettori su Amazon.
Molto probabilmente non conosco le persone che hanno postato un commento ma se li leggo, sicuramente ne sarò comunque influenzato e la mia decisione se acquistare o no quel libro o quel prodotto ne verrà modificata.

Quindi se utilizzati correttamente, gli operatori di marketing hanno la possibilità di sviluppare un livello di influenza decisionale alto e concreto sui comportamenti attraverso i media sociali. Tuttavia è assolutamente necessario pianificare PRIMA e decidere a priori, prima di impostare qualsiasi azione, che tipo di risultato si vuole ottenere.