giovedì 7 maggio 2009

Perché fare pubblicità sul web

Il messaggio a cui siamo abituati della tv tradizionale è univoco, diretto: lo spot di 30” deve farci emozionare, ricordare magari un concetto o trasmetterci una sensazione ma non ha l’obiettivo di farci finalizzare un acquisto direttamente e immediatamente. È, di solito, un messaggio generico, che possa far presa sul più vasto pubblico possibile.

I sistemi di rilevazione dei media tradizionali sono basati per lo più su statistiche e su interpolazioni ed inferenze. Posso cioè valutare la bontà e l’efficacia dello spot tv dell’ultima campagna Renault basandomi su dati statistici del passato o su sondaggi o su base campioni (l’Auditel stesso è un sistema che si base su una tecnica simile a quella di un sondaggio ).

Il messaggio del mondo web 2.0 è invece (anche se non sempre) legato direttamente all’acquisto o alla finalizzazione di un’azione; gli inserzionisti non si pongono solo l’obiettivo di fare brand awareness o di far conoscere un nuovo prodotto ma vogliono potere acquisire il cliente e fargli “completare” il percorso: da curioso a cliente.

Ma su Internet, e qui sta lo straordinario vantaggio, io posso calcolare esattamente le persone che hanno visto il mio messaggio qualunque sia la forma di espressione che scelgo (banner, video, landing page ecc. ecc.) ed anche le persone che hanno interagito con esso (generalmente cliccando sull’annuncio), le persone che sono atterrate sul mio sito o sulla mia landing page e via fino al numero di persone che hanno effettuato l’acquisto o finalizzato un’ azione, fosse anche solo rispondere a un sondaggio, inserire l’indirizzo mail o completare un questionario.

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