Le statistiche sostengono che il conversion rate è del 3%. Il che ci dice che 97 persone su 100 non vanno oltre il primo clic. Ma da quando tre su cento è diventata una percentuale soddisfacente?
La domanda sorge spontanea: ma che cosa succede dopo quel primo clic? Purtroppo troppo spesso la risposta è "niente". Quello che accade dopo il clic viene raramente preso in considerazione e certamente non è mai una priorità. E qui sta l'errore di molti e la grande opportunità per altri. Fare o non fare clic infatti è la decisione consapevole di un essere umano pensante e dotato di libero arbitrio. Una decisione che si basa sui suoi interessi e aspettative e sull'esplorazione del sito su cui è arrivato per capire se è all'altezza del motivo che lo ha portato a scegliere quel certo link.
Quanto siamo in grado di soddisfare le aspettative dell'utente è un momento critico per la nostra credibilità. Tuttavia, poiché le aspettative sono diverse da persona a persona, a seconda del gruppo di appartenenza e del contesto in cui hanno cliccato, le chance di soddisfare pienamente chi clicca con una pagina generica, tipo "one size fits all" sono scarsissime. Ecco spiegato il 97%.
È quindi fondamentale che gli utenti non siano considerati come tutti uguali, anche se provengono - verosimilmente - tutti dalla stessa fonte. E se la fonte sono gli annunci Adwords di Google o dei banner che, per loro natura, hanno uno spazio di comunicazione terribilmente limitato e limitante, capite come stiamo messi.
Morale: per ottenere risultati diversi dal fantomatico 3% è fondamentale personalizzare le landing pages. Plurale.
mercoledì 25 novembre 2009
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